Questo articolo è offerto da Moulinex e Rowenta
Su Instagram e Facebook ve l’ho raccontata ricetta dopo ricetta ma, per non perdere pezzi, vi riassumo tutto il riassumibile dei miei magheggi con Cuisine Companion e Cookeo di Moulinex e Optigrill e Smart Force Cyclonic Connect di Rowenta.
Cuisine Companion è per me una vecchia conoscenza, lo scorso anno fu per me alleato in alcune ricette e anche stavolta s’è dimostrato robot affidabile sia per cotture lunghe come vuole la tradizione che per altre più brevi.Nonostante i diversi tipi di programma, tutti calibrati per diverse preparazioni, ho preferito impiegare il programma manuale per realizzare i miei piatti. Cuisine Companion ha cotto alla perfezione dello spezzatino di manzo al vino bianco per due ore a 100 gradi che ho poi arricchito con cavolo nero e carciofi e rifinito con del cous cous. E sempre a cottura adagia, quasi volesse coccolarla, gli ho affidato la trippa. Ricetta per stomaci coraggiosi, una sorta di pasticcio: trippa, salsa di pomodoro fatta in casa, melanzane fritte, caciocavallo di grotta, pecorino romano DOP, un uovo e un segno della croce. Tutto ultimato in forno per ottenere un’ammiccante crosta croccante in superficie ma prima di entrare nel vano cottura di Companion la trippa ha fatto un salto altrove.
E qui entra in gioco Cookeo, la pentola elettrica che sfrutta la cottura a pressione e, tanto per evitare funambolici giri di parole, ci ha messo 30 minuti per lessare la trippa, che di norma richiede quasi 3 ore di bollitura. E, dettaglio non da poco, in cucina l’odore di trippa, per molti abbastanza sgradevole, era solo una timida sfumatura.
Ho voluto metterlo alla prova, Cookeo, per capire fin dove potesse spingersi e gli ho organizzato dei test con ingredienti per niente semplici da gestire. Tipo il polpo, cotto in 10 minuti in una ricetta cipriota in cui, al termine risulta agrodolce e speziato: vino rosso Frappato Syrah, cipolla, chiodi di garofano, cannella di Ceylon, alloro, sale, zucchero, pomodoro a cubetti e concentrato. La consistenza finale era invero burro ma dover gestire tutta quella acidità affinché non diventasse predominante e mi facesse strizzare la faccia come dopo aver morso un limone non è stata cosa semplice. Ma alla fine il risultato è stato una bomba.
E ho poi finalmente colto l’occasione per fare la ribollita toscana, da mesi nella mia lista dei piatti da cucinare che però non fanno parte della tradizione della mia terra, la Sicilia. Anche qui risultato apprezzabilissimo, ho cotto i fagioli con brodo vegetale in soli 20 minuti ultimando poi con cavolo nero, porro, pane raffermo abbrustolito.
Vivendo con due coinquiline e dovendo gestire i turni delle pulizie, mai arrivo in casa più gradito di Smart Force Cyclonic Connect, robot a cui ho permesso lunghe sgroppate sul pavimento per raccogliere la polvere e tornare autonomamente alla sua postazione di ricarica. Ci siamo dovuti dare il turno soltanto per decidere chi dovesse schiacciare il pulsante di avvio delle sue manovre, ormai lo consideriamo come il quarto coinquilino, sebbene non possa gustare i manicaretti che preparo. Ma lui si nutre del nostro affetto.
Last but not least, irrompe sulla scena Optigrill, la griglia elettrica con cui puoi farci anche il grigliatone all’aperto – purché tu la colleghi a una presa – che ha un sensore che misura lo spessore dell’ingrediente da cuocere, così da indicare con maggiore precisione, grazie al pulsante che cambia colore, lo stato di cottura (al sangue, cottura media, ben cotto). Siccome sono sempre un po’ burlone, ho voluto mettere alla prova anche Optigrill, che ha programmi di cottura calibrati su diversi tipi di alimenti: carne di maiale o manzo, pesce e crostacei.Mi è venuto naturale cuocere un filetto di manzo al sangue condito poi con salsa teriyaki fatta in casa e accompagnato da un purè di sedano rapa. Carne succulenta al punto giusto, nulla da eccepire.
Volevo però realizzare un piatto che potesse cucinare anche chi non mangia carne o pesce. Così ho pensato a un panino con burger vegetariano. Ho preparato delle polpette di patate e rapa rossa che ho cotto col programma per hamburger. Anche qui la cottura era perfetta, ben sigillato all’esterno, morbido all’interno. Il panino, nel suo complesso, è venuto un piccolo capolavoro: oltre al burger di patate e barbabietola c’erano feta greca ai semi di sesamo nero, le foglie della rapa saltate in padella, qualche goccia di miele millefiori e una maionese fatta in casa con noci.
Lo so che state sbavando, lo so. Be’, potreste cucinarlo anche voi, vi basta avere gli strumenti giusti.
Stay tuna