Questo post è offerto da Moulinex Italia
Tra il recente TonnoInTour, il famoso libro a cui sto lavorando e una sfilza di impegni che sbucano come funghetti sul sentiero del Nirvana Tonnato, le riserve di Neuroni adibiti alla secrezione di nuove ricette si fanno scarse. Detengo un quadernone con listoni lunghi così di esperimenti da provare che se ne stanno lì, a dormicchiare in sala d’attesa sperando che un bel giorno apra la porta della Determinazione.
Ma, c’è sempre un Ma in ogni piccola catastrofe quotidiana. In mio soccorso giunge Moulinex Italia che mi ha scelto, insieme ad altri influenzeh, per preparare delle ricette superyeah con due dei suoi nuovi prodotti. Il secondo ve lo presento la proscén fuà, oggi è il turno di Ultrablend, che è molto di più di un semplice frullatore.
Rapido e indolore, vi spiego per filo e per segno, per dritto e rovescio come funziona: c’ha 6 lame in acciaio che, in base al programma selezionato, lavorano in maniera diversa per tritare, frullare, riscaldare, polverizzare e quindi mantenere un elevato livello nutritivo dei vegetali. Le lame viaggiano grazie alla tecnologia Tripl’Ax®Pro e un motore potentissimo che arriva fino a 460 km/h: potrei andare in Sicilia in poco più di 2 ore, per dire.
Ci sono 6 programmi da poter selezionare, ognuno con velocità delle lame differenti e quindi con risultati diversi: frullato, tritaghiaccio, zuppe calde, sorbetti, noci (serve a tritate la frutta secca) e autopulizia.
Ho scelto di testare la Putenza del programma per le zuppe calde, così dal mio quadernone dei Piatti Da Testare per il mio Ristorante Itinerante di Scièf a Domicilio ho deciso di preparare le Capesante marinate al saké e scottate, vellutata di broccoli e carote, riduzione di salsa teriyaki fatta in casa, guanciale croccante.
Si parte sempre dalla lista della spesa per 4 stomaci affamati:
– 12 capesante
– 150 ml di saké
– 12 fette di guanciale amatriciano
– sale
Per la vellutata
– 2 broccoli
– 4 carote
– 1 litro di brodo vegetale
– una noce di burro
Per la salsa teriyaki
– 120 ml di salsa di soia
– 2 cucchiai di mirin
– 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
– 1 cucchiaio di zucchero
Mi occupo della capesante. Sono già pulite, mi basta rimuovere la noce – la parte grigiastra – dalla valva senza romperla e asportare il corallo – la parte arancione. Metto le noci in un contenitore di plastica e verso il saké fino a metà della loro altezza. Le lascio a marinare per un’ora, dopo a prima mezz’ora provvedo a capovolgere le noci per farle marinare anche dalla parte scoperta.
Ora attacco con la vellutata. Pelo le carote e le taglio a rondelle spesse 2 cm, poi afferro il broccolo prima che guizzi via dalla finestra, conscio del destino che lo attende: vie’ qua, disgraziato. Lo lavo e ne taglio cime e tronzo, tagliando quest’ultimo a pezzi della stessa grandezza delle carote.
Metto i due vegetali in una casseruola con un fondo d’acqua, accendo il fuoco primordiale e li faccio sudare nonché stufare. Quando l’acqua sarà evaporata, aggiungo il brodo vegetale a mestoli e via finché sia broccolo che carota non saranno morbidi, pronti per Essere Frullati.
Spengo la fiamma, lascio raffreddare, anche perché sta Putenza da Zuppa devo testarla per bene. Quella di Ultrablend, ovviamente.
Riempio il bicchiere del frullatore con broccoli e carote cotti e un mestolo di brodo, seleziono il programma Zuppe: velocità lame 8, tempo 7 minuti. Questo è quello di default, ma posso decidere di personalizzare il programma con i tasti +/- speed e time. Quindi tengo velocità 8 e riduco il tempo a 3 minuti. Start e tanti saluti.
Ultrablend lavora a nastro e vedo le pareti del bicchiere – che sono costruite con un particolare materiale ibrido tra vetro e plastica – appannarsi: sta prendendo calore.
Infatti quando tolgo il tappo si leva una colonna di calore, la zuppa è pronta. Di solito ripasso sempre le creme con il colino a maglie strette, in questo caso ho già una vellutata che non necessita alcun tipo di filtraggio, è già perfetta così. Aggiusto di sale e riduco un altro po’ sul fuoco mantecando con una noce di burro (ah, e il programma di autopulizia di Ultrablend è super: m’è bastato aggiungere un po’ d’acqua e il risultato è quello quaggiù).
Preparo la salsa teriyaki, che è abbastanza semplice, basta rispettare le dosi. Metto tutto insieme in un pentolino e riscaldo in modo che lo zucchero si sciolga e caramelli leggermente man mano che inizio a ridurre la salsa. Non smetto di girare perché ci mette un tonnosecondo a bruciarsi. Raggiunta la consistenza che desidero, spengo il fuoco e metto da parte.
Estraggo le capesante dalla marinata e le asciugo con della carta monouso.
Taglio le fette di guanciale a listarelle, loro grugniscono cercando di impietosirmi ma io non ci penso nemmeno a risparmiarle, il tocco di porco in questo piatto è necessario. Le metto in una padella, accendo il fuoco e il calore progressivo fa fuoriuscire la ciccia, che a sua volta rosola il guanciale. Mamma mia, che sciauro. Tolgo le listarelle ormai imbrunite e non appena saranno fredde e croccanti, le sbriciolo con le mani.
Nella stessa padella, con ancora la ciccia del guanciale su, rosolo le capesante, tempo di cottura fondamentale: poco meno di un minuto dal primo lato, appena 30 secondi dall’altro.
É tutto pronto, posso impiattare. La vellutata tiepida nel fondo su cui adagio le capesante, a cui aggiungo un pizzico di sale, poi attorno disegno dei ghirigori con la salsa teriyaki spargendola con un cucchiaino e, infine, le briciole di guanciale croccante.
Il piatto è talmente godereccio che è già finito sul menu di Scièf A Domicilio. Così, giusto per dire.
Stay tuna