**fshfshfshfsh** (fruscio della linea disturbata) Roger, ieri sera sono andato a vedere il nuovo film di quella faina di David Fincher **fshfshfshfsh** L’amore bugiardo lo hanno chiamato gli italiani, ma in americano è mezzo chilo più credibile **fshfshfshfsh** di nome fa Gone Girl
**fshfshfshfsh** Roger, prima che vai a vederlo **fshfshfshfsh** voglio dirti due cose su sto film, senza rovinarti le sorprese, giuringiurello
**fshfshfshfsh** vabbé, sono più di due, due e mezzo, che faccio, lascio?
**fshfshfshfsh** Prima delle due cose e mezzo, Roger: Ben Affleck ha la consueta espressività di un asse da stiro, come da copione
**fshfshfshfsh** I dialoghi, in certi punti, fanno desiderare la sordità
**fshfshfshfsh** Il doppiaggio italiano mette ansia da quant’è lofio
**fshfshfshfsh** La storia è bella, c’è tensione, ma Gillian Flynn, autore della sceneggiatura e del romanzo da cui è tratto il film, poteva amputare una bella ventina di minuti, se non di più
**fshfshfshfsh** La fotografia mi piacque, ogni tanto c’era aria di David Lynch, Strade Perdute, nella fattispecie
**fshfshfshfsh** Trent Reznor e Atticus Ross hanno firmato la terza colonna sonora consecutiva nel terzo film consecutivo di Fincher, si sposa bene con le immagini, fa da tappeto perfetto ma i fasti di The Social Network non si vedono neanche col binocolo. Ma non è necessario ripetersi
**fshfshfshfsh** Col film non c’entra, o meglio c’entra. La fauna al cinema: a) una tizia ha tossito per 20 minuti senza neanche soffocarsi col catarro, avrebbe giustificato in modo molto credibile il fastidio provocato; b) il vecchio rintronato seduto sul seggiolino alle mie spalle che dopo 140 minuti di film non ha ancora compreso Quella Lì è la sorella di Ben Affleck anche se è comparsa per circa 90 minuti. E continua a chiederlo alla moglie seduta accanto; c) mezza platea che ride quando non c’è niente da ridere; d) i pop corn mi fanno cacare
**fshfshfshfsh** Roger, questo walkie talkie funziona dimmerda **fshfshfshfsh** devo lasciarti, **fshfshfshfsh** volevo raccontarti anche una roba che ho cucinato, ma sai cosa faccio? **fshfshfshfsh** registro tutto sul cellulare e ti mando un messaggio vocale, intesi? **fshfshfshfsh** ora stacco, vai al cinema, o al massimo scaricalo in full HD in lingua originale **fshfshfshfsh** Cià **fshfshfshfsh**
L’amico Roger se n’è andato fuori da cabbasisi ma gli ho promesso un report culinario come si deve. ragion per cui, mio/a caro/a lettore/trice, stai per tramutarti in uno/a che origlia le confidenze altrui. Sentiti indiscreto/a, è un ordine!
Cosa ho cucinato, caro Roger? Ma soprattutto, dato che sei un taccagno schifoso, so che ti interessa più sapere quanto ho speso piuttosto che cosa ho cucinato.
Beccati la lista della spesa per due crani della seguente leccornia uomosenzatonnica: linguine con polpo, zucca e crema cacio e pepe
– 180 g di linguine
– 300 g di polpo fresco
– 50 g di zucca fresca
– due cucchiai di parmigiano grattugiato
– pepe nero
– trito di cipolla
– sale
Roger, ora prendi appunti, che se poi ti scordi la roba da fare mi richiami.
Agguanto il polpo, preferibilmente già stecchito che è un po’ complicato ammazzarlo a mani nude e io sono molto empatico con questi animali così intelligenti, talmente empatico che, dato che sono morti non vedo per quale motivo debbano decomporsi ingiustamente, sarebbe uno spreco. Sto polpo lo suddivido in 2 parti, una delle due la taglio a pezzi e tolgo la pelle: se non la togli, caro Roger, ti diventa dura come un chewing gum e ti viene l’acido lattico alla mandibola. Cane che sei.
Do una zampata alla zucca, tolgo la buccia e i semi e taglio a cubetti.
Padella con filo d’olio e trito di cipolla, poca cipolla, faccio rosolare il polpo, che lentamente rilascerà l’acqua interna. Il cefalopode richiede massimo 15 minuti di cottura, non lo sbollento prima perché non è necessario. Trascorsi 18 minuti, aggiungo la zucca, a cui bastano 7 minuti (me la cavo col pallottoliere, eh?) per cuocere senza diventare un omogeneizzato della Mellin tanto è molle e schifosa e papposa che fa girare le palle. La verdura scotta fa schifo, Roger, ficcatelo nella calotta cranica.
Che faccio ora? Cuocio la pasta, 13 minuti dice la confezione, io faccio 12 minuti e poi salto in padella con polpo e zucca.
In una ciotola metto due cucchiai di parmigiano grattugiato e delle generose (ma non troppo) macinate di pepe nero, aggiungo poi un cucchiaio di acqua di cottura della pasta per generare una crema cacio e pepe, proprio come si fa per l’omonima pasta, a meno che tu non sia un coglione che la cacio e pepe la fa bombandola di olio (#truestory). Amalgamo fino a ottenere una cremina densa e leggermente filante. Leggermente ho detto.
Bene, metto la pasta sul piatto e sopra adagio un cucchiaio di crema. Ora, Roger, te la puoi scofanare. E ringraziami. Cane.
Stay tuna
– Il Disconsiglio: l’abbinamento tiene in equilibrio i sapori contrastanti del piatto. Ci vuole un album “di ricerca” come quello sui suoni compiuta in lande desolate. Direi quindi ci sta tutto un buon Efterklang, Piramida, annata 2012