Parliamo del nuovo album dei Run The Jewels. Adesso. É uscito a sorpresa la vigilia di Natale quando tutti ci preparavamo a sbafare come dei suini grufolanti e le classifiche delle cose ganze e delle merde dell’anno, la mia compresa, erano rivelate alle masse. Questi qui arrivano e schiaffano sul tavolo una di quelle robe che se ne sarebbe stata comodamente sul podio, se non ci fosse stato un Bowie in stato di grazia, almeno per quel che mi riguarda.
Lo dico apertamente, non ho cultura in ambito hip hop, sono cresciuto a pane, grunge e Tool, non saprei dire se Run The Jewels 3 rivoluzionerà i paradigmi del genere, so solo che mi imbarzottisce violentemente.
Le partiture elettroniche sono pettinatissime, gli slanci melodici accattivanti (Down, 2100) ma anche i momenti più minacciosi frantumano ossa (Legend Has It, Thieves!). Lo metto su ogni giorno da una settimana e fila liscio come l’olio sebbene non sia affatto easy listening.
Ma insomma, alla fine, chi se le incula le classifiche, la roba pettinata tale resta, nei secoli dei secoli.
Ora c’ho l’ansia da prestazione però. Run The Jewels fanno un disco super-uau, la mia ricetta sarà all’altezza? Scusate, vado a ingollare una pillola di Viagra Culinario che mi farà affrontare il confronto con la giusta dose di erezione creativa. Non troppa però, che tanto il piatto di oggi resta nel rango della Normalità A Tavola, infatti sono Busiate con crema di carciofi e fonduta di Bra DOP e nocciole.
Facile, gioventù. Facile. Si comincia, come sempre, dalla lista degli ingredienti (dosi per 4 esseri pluricellulari dotati di apparato digestivo funzionante):
– 360 g di busiate trapanesi
– 8 carciofi freschi, meglio se con le spine così ci facciamo male e imprechiamo
– 1,5 l di brodo vegetale (con 2 carote, una cipolla bianca, 3 gambi di sedano, 2 foglie di alloro, ognuno arricchisca come cazzo gli pare)
– una ciotola di acqua fredda acidulata con succo di limone
– 200 g di Bra DOP fresco
– 10 cl di panna fresca
– nocciole sgusciate alla cazzum
– 2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
– sale
Faccio il brodo vegetale con metodo classico facendo bollire per 45 minuti le verdure. Filtro e aggiusto di sale.
Taglio il Bra a cubetti che immergo nella panna, già intrufolatasi in un piccolo pentolino.
Tosto le nocciole in forno, preriscaldo la teglia in forno a 180°, poi abbasso la temperatura a 90° e inforno le nocciole, già sgusciate, per 10 minuti. Man mano controllo. Una volta pronte, le pesto come facevano gli antichi: avvolte in un panno, scafazzandole col culo di un bicchiere. Al massimo usate un mortaio. All’altro massimo, un tritatutto. Io sono rude e faccio anche le scoregge.
Nel frattempo, salvaguardo le dita delle mie mani con dei guanti di lattice perché devo maneggiare i carciofi che, come tutti ben saprete, anneriscono la pelle e sembra che ho messo le mani nella fogna. Sbuccio i gambi e li taglio a dadini, sfoglio le foglie esterne, taglio fino al cuore, sbarbo i carciofi e li taglio in due, poi a listarelle. Metto tutto in una ciotola di acqua fredda acidulata con succo di limone per evitare che il fottuto ossigeno li ossidi.
In una casseruola svacco due cucchiai di olio extravergine d’oliva, accendo il fuoco primordiale, faccio scaldare e lancio i carciofi tagliati, che sfrigolano, aggiungo un pizzico di sale e dopo averli fatti rosolare leggermente, aggiungo il brodo vegetale a mestolate. In 15 minuti i carciofi sono molli e pronti per essere frullati. Così, lapalissianamente: li frullo. Il mio frullatore crea una crema densa che non necessita d’essere filtrata, se però la vostra non è omogenea, passatela al colino, soprattutto perché può restare intero qualche pezzetto di foglia. Aggiusto di sale e ripongo la crema nella casseruola, appositamente ripulita.
Faccio la fonduta mentre cuocio le busiate in acqua leggermente salata con sale grosso, che necessitano di 8 minuti di cottura. La fonduta si fa a bagnomaria col pentolino contenente formaggio e panna immerso in una pentola con acqua calda. Mi aiuto con la frusta per eliminare i grumi e ottengo una crema liscia, liscissima, quasi un latte detergente. La passo ugualmente al colino per averla perfetta.
Scolo la pasta e la amalgamo nella casseruola con la crema di carciofi a fuoco dolce. Posso impiattare.
Un cucchiaio di fonduta sul fondo, la pasta con la crema di carciofi su e i gherigli di noce sbriciolati a pioggia. Fine della chiacchiera.
Stay tuna
– Il Disconsiglio: mi tengo stretto Run The Jewels come abbinamento.