L’indisciplina è una brutta bestia. Sono mesi che faccio sopralluoghi palatali in ristoranti di Milano-anziché-no in veste di severissimo ispettore della Guida Minchiolìn con l’intento di riempire le pagine di questo blog con sontuosi panegirici gastro-letterari ma ogni volta mi perdo in settemila cose da fare, rimando, i pezzi si accumulano e finisco nella merda.
Per non far cadere tutto nel dimenticatoio, sono adesso costretto a fare un riassuntone-asciugone racchiudendo nello stesso post tutti i locali di Milano in cui sono stato da novembre scorso a oggi.
I prezzi indicati si riferiscono a ciò che ho pagato di tasca mia da normale cliente – insomma, senza mai presentarmi come fudbloggah o presunto tale -, nei paragrafi non ho menzionato tutte le portate che ho mangiato, quindi le cifre che vedete possono comprendere anche altro. C’è sempre almeno una bottiglia di vino di mezzo perché chi non beve mentre mangia è un po’ tristomane (ma anche prima, anche dopo). Laddove sono stato ospite di eventi-stampa non c’è nessun prezzo indicato perché Ho mangiato aggratìs.
Dimenticavo, non è una classifica – non faccio classifiche – è un compendio in ordine (più o meno) cronologico.
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BENTO
Corso Garibaldi 104, Milano – www.bentosushi.it
Si parte dal sushi ma si va altrove. La sala ha un’eleganza minimale senza però essere troppo impettita. Nei piatti, il pesce gioca con l’acidità e la dolcezza della frutta e qualche accostamento ardito. La saviche, una ceviche rivisitata con sashimi e avocado, è intrigante, il tris di nigiri attesta la qualità eccellente della materia prima e il polpo cotto a bassa temperatura con la patata al nero di seppia fa la sua porca figura.
Evento stampa, il pranzo era offerto. Novembre 2016.
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ERBA BRUSCA
Alzaia Naviglio Pavese 286, Milano – www.erbabrusca.it
Ce l’avevo nel mirino da almeno un paio d’anni, il primo incontro è da promozione a pieni voti. La mattonella di pulled pork con crema di sedano rapa mi fa volare il palato come in un quadro di Chagall ma è l’inatteso connubio sgombro-nduja degli spaghetti a conquistarmi del tutto. Cucina coraggiosa, magari con qualche fronzolo ma, alla resa dei conti, la sostanza c’è e si vede.
Con vino, 35 €. Novembre 2016.
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SERENDIB
via Pontida 2, Milano – www.serendib.it
Cucina indiana e srilankese, faccio un menu degustazione che sembra non finire mai, una sorta di all you can eat ma fatto bene. Una lunghissima carrellata di piatti dai nomi impronunciabili in cui posso però elogiare gli antipasti con i fritti asciutti e per niente pesanti e il prawn malai, gamberi immersi in una salsina speziata molto delicata che quasi ti vien voglia di abbracciarla. Merita un sopralluogo.
Con (forse) 2 calici di vino (non ricordo esattamente quanti, probabilmente saranno stati 3), 35 €. Dicembre 2016.
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OSTERIA 55
via Messina 55, Milano – www.osteriaal55.it
A guardarlo da fuori non gli avrei dato un euro. I gestori hanno rilevato questo bar degli anni Sessanta e ne hanno fatto un ristorante vegetariano-vegano con tocchi gourmet. C’è tanta creatività e sperimentazione e ricerca di ingredienti inconsueti, tipo: il carpaccio di brovada friulana (che però ha un sapore troppo forte, non mi piace), testaroli al sugo di caigua (buonissimi, la caigua è una specie di zucchina parecchio amara), il minipanzerotto di scarola con marmellata di peperone rosso. Il menu cambia ciclicamente e vale la pena prendere più portate. Ah, il vino, un Cabernet Franc della cantina Casali Aurelia, sa incredibilmente di peperone ed è meraviglioso.
La cena l’hanno pagata mio zio e il suo compagno. Gennaio 2017.
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I PESCIOLINI
Ripa di Porta Ticinese 33 – www.ipesciolinipescheria.it
Il locale è piccolo e accogliente e si affaccia sul passeggio del Naviglio Grande. La cucina è, antonomasticamente, di pesce. Se il tris di tartare non è niente di memorabile (tonno, salmone e spada), il polpo su fondente di burrata ha un che di seducente, devo ammetterlo. Ottimo anche il tiramisù, che non mi resta sullo stomaco come spesso avviene in giro.
Cena offerta da Just Eat con cui ho una collaborazione in corso. Gennaio 2017.
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OSTERIA BRUNELLO
Corso Garibaldi 117, Milano – www.osteriabrunello.it
Degustazione di 7 portate niente male. Interessante il gioco di dolce-salato della creme brulée con chutney al rosmarino, va anche meglio con le lumache brasate al Martini su vellutata di patata americana e amaranto fritto e il polpo (ormai leitmotiv delle mie cene) a bassa temperatura con ristretto di caciucco, cavolo pigna e fagioli borlotti. Il sashimi di Fassona con puntarelle crude e melograno sta per spiccare il volo ma l’acciuga del Cantabrico sgretola gli equilibri e rovina tutto: piatto da rivedere, secondo me.
Evento stampa, la cena era offerta. Febbraio 2017.
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INKANTO
via Emilio Gola 4, Milano – www.inkanto.eu
Vengo dal Perù, fammi quello che vuoi tu. Scusate, ma m’è partita la filastrocca. Bando alle ciance: sala curata e da ristorante “di livello”, ottimo il servizio. La causa rellena si fa apprezzare per la sua delicata acidità nonché il timido piccante che si fa largo tra i recettori. Il fritto misto di pesce è ben fatto ma la salsina d’accompagnamento è bombardata di coriandolo, che quando è troppo annienta i sapori, ma questo è un vezzo della cucina andina.
Con 2 bottiglie di vino, 42 €. Febbraio 2017.
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VICO STREET
via delle Ore 2, Milano – www.vicostreetmilano.it
Pochi posti, meno di una trentina, la sala è al piano superiore con un rampicante che s’intreccia all’inferriata che simula quella di un balcone. Si presenta bene all’occhio e anche la carta è interessante, 16 portate che attingono alla tradizione partenopea equamente divise tra antipasti, primi, secondi e contorni. L’incipit è da applausi con la parmigiana di zucchine guarnita con una besciamella al basilico. Invero ottimo anche il polpo a bassa temperatura e scottato nella lionese con vellutata di patate e paprika affumicata, così come il fiore di zucca in pastella ripieno di gambero e ricotta profumata al limone e zafferano. Interessante la salsiccia di coniglio rivisitata all’ischitana. Peccato solo per il risotto con plancton e riduzione di bisque di gamberi di Mazara, il sapore del plancton è troppo blando e si perde sotto i colpi sferzanti della crema di crostaceo. Locale che consiglio vivamente, in primis per la cucina coraggiosa e poi per i due fratelli che lo gestiscono, persone eccezionali.
Con vino, 45 € (ma c’è uno sconticino di mezzo). Febbraio 2017.
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PASTAMADRE
via Bernardino Corio 8, Milano – www.facebook.com/team.pastamadre
Attratto dal coro di elogi letti qua e la, vado a colpo sicuro. Mi dispiace, sarà forse una serata storta, ma non ho mangiato nulla di eccezionale. Sul menu scorgo qualche accento siculo tra le portate ma io mi dirigo su altro. I ravioli ripieni di scorfano con cime di rapa, acciughe e crumble di mandorle e uvetta sono spogli, manca un sugo che valorizzi la farcia, sembra un piatto incompleto. Lo spezzatino di cervo con carciofi (quasi crudi) non ha nulla di eccezionale, la carne è inoltre un po’ dura perché troppo avanti di cottura. Inoltre, per un disguido della cucina, lo spezzatino m’arriva prima dei ravioli, torna indietro ma quando mi viene ripresentato è stato palesemente scaldato, forse al microonde (il piatto è incandescente, prima non lo era). Per il momento è pollice verso.
Con vino, 40 €. Marzo 2017.
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NASSA – OSTERIA DI MARE
via Donatello 22, Milano – www.nassaosteria.it
La cucina ha evidenti ambizioni gourmet. L’oste nonché mentore del locale è in sala e illustra efficacemente ognuna delle 5 portate del menu degustazione (comprende il dolce, non il vino). Mi convincono molto il finto ceviche di ombrina boccadoro in cui il sapore virulento del coriandolo è smorzato e delicato emulsionato in una maionese e il baccalà cotto a bassa temperatura con salsa romesco (crema a base di pomodoro tipica della Catalogna). Pochi tavoli, carta con una quindicina di piatti, assaggio pure un vino che non conoscevo, il Coda di Volpe che si rivela una lieta sorpresa.
Menu degustazione con vino, 70 €. Marzo 2017.
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NU-CUBE
via San Gregorio 6, Milano – www.nu-cube.it
L’impianto è giappo ma c’è della Cina in alcuni momenti, soprattutto negli spaghetti saltati – ne faccio fuori 5 porzioni. Il piatto che più mi manda fuori di testa è un semplice bocconcino di capasanta avvolto nel salmone e condito con maionese giapponese. I gyoza di carne e gamberi sono anch’essi ben fatti. Tutto molto leggero e di facile digestione. Curiosità: la radice di loto sa vagamente di carciofo.
Cena stampa organizzata da Just Eat con cui ho in corso una collaborazione. Marzo 2017.
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BOVE’S
via Cesare de Sesto 1, Milano – www.boves1929.it
Attenzione, qui c’è roba di livello. Il nome è già tutto un programma, questo è il tempio del bovino alla griglia ma io sono stronzo e mi lascio sedurre dalla “cotoletta sbagliata” con panatura al panko: strafritta nel burro, spacca tantissimo. Prima però mi concedo una tartare con tuorlo d’uovo di quaglia e scalogno, commovente nella sua semplicità.
Con vino, 38 € (ma era un conto alla romana, io ho preso qualcosa in più degli altri). Marzo 2017.
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YOKOHAMA
via Maurizio Gonzaga 4, Milano – www.sushiyokohama.it
La sala è avvolta in una penombra vellutata, il servizio è puntualissimo e ogni portata è spiegata come il santo rosario. Affronto il menu degustazione (che sono 8 portate, bevande e dolci esclusi) ed è una sfilata di sapori particolari emancipati dal consueto sushi: si va dal salmone con salsa al tartufo e uova di quaglia ai mini e croccantissimi tacos con pesce crudo, passando per tartare di pesce e frutta e tutta una serie di pezzi in cui si osa con gli abbinamenti. Tutto eccellente, però scegliere alla carta è impresa ardua, ci sono troppi piatti che mandano in confusione il cliente, stringere un po’ il menu ne gioverebbe.
Menu degustazione con vino e dolce, 70 €. Marzo 2017.
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GARAGE PIZZA & CO
corso Sempione 42, Milano – www.facebook.com/garagepizzamilano
Non sono contrario ai trend, compreso quello delle pizze gourmet ormai inarrestabile. Il cameriere mi avvisa che la pizza con roastbeef e salsa tonnata è “più piccola di quelle normali” ma la realtà che mi si para davanti è più ristretta della mia immaginazione: saranno stati 16 cm di diametro e forse qualcosa in meno – con cornicione ampio quasi la metà di ogni spicchio – e nulla di eclatante al palato. Non appagato, ordino così una pizza normale con nduja e fior di latte: il salume devo cercarlo qua e là vista l’esigua quantità. Il “Co” del nome del locale sta per “cocktail”, non male quello provato. Qui si parla il gergo delle lunghe lievitazioni che, solitamente, è sinonimo di facile digeribilità ma a casa qualche bella sorsata d’acqua me la sono fatta. Non credo valga tutto l’hype che gli ronza intorno.
Con cocktail, 35 €. Marzo 2017.
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OSTERIA CONCHETTA
via Conchetta 8, Milano – www.osteriaconchetta.it
Cucina tipica milanese che non va troppo per il sottile. Raramente mi capita di lasciare qualcosa nel piatto, ma l’orecchia d’elefante con risotto al salto che mi arriva è troppo perfino per il mio capiente stomaco (si noti la proporzione con la mia mano): desisto a metà del tragitto. Ad ogni modo, non è niente male, anche gli antipasti con mondeghili e nervetti si fanno apprezzare.
Con vino, 37 €. Marzo 2017.
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EL CARNICERO
via Spartaco 31, Milano – www.elcarniceromilano.com
Che fosse pettinato, lo sapevo già ma non avevo ancora avuto modo di testarlo in prima persona. Carne spaziale, tutta alla griglia: il filetto di manzo argentino è succulento e morbido che quasi posso tagliarlo con la sola forchetta. Anche la tapa de cuadril (coda di scamone e black angus americano) si prende i giusti elogi con il grasso che in alcuni punti arricchisce il boccone. Il vino è un Malbec del 2014, vitigno argentino che si sposa alla perfezione con la carne. Costa un po’ ma è una bombetta.
Con vino, 52 €. Marzo 2017.
Stay tuna