Che figata sono i quadri di Caleb Brown?
Il pittore newyorkese sovverte gli equilibri a noi noti ingigantendo predatori, estraendoli dal loro habitat naturale e scaraventandoli in ambienti urbani. Come dinosauri che s’aggirano tra gli umani. Non privo di ironia, il suo iperrealismo capovolge ogni logica.
Ci sono paracadutisti minacciati da squali volanti a fauci spalancate.
O Lontre-Godzilla che si aggirano indisturbate tra i grattacieli.
O giganteschi insetti che seminano il panico tra automobilisti in coda.
O ancora tigri subacquee che digrignano i denti pronte a sferrare la zampata letale.
I colori accesi, a tratti sgargianti aumentano il black humour di Brown, che interpreta la realtà creandone un’altra in una sorta di universo parallelo e i soggetti ritratti diventano protagonisti di quadri in serie che danno vita a diverse narrazioni. Le sue opere, che sono tutte realizzate con olio su tela, potete vederle qui.
Cioè, io mi cagherei in mano se piombasse una mantide religiosa gigante mentre sto cementificato nel traffico milanese a bestemmiare perché nessuno si muove. O se mi stessi amabilmente facendo i cazzettini miei in piscina, mi giro e sbuca il faccione feroce di una tigre. Santamariamadrediddio, è cagotto istantaneo.
Cose che potrebbero farmi passare l’appetito dalla paura quando invece io l’appetito non voglio perderlo per nessuna ragione al mondo conosciuto-anziché-no.
E proprio perché ho famuzza e nonostante abbia trascorso Pasqua e Pasquetta a farcirmi la panza con tonnellate di cibo in mangiate davvero epiche, quanto meno nelle durate (domenica dalle 14 alle 19.30 più reprise di pasta al forno alle 21.30, lunedì dalle 13.30 alle 16.30), non rinuncio a raccontarvi come ho plasmato i miei Paccheri con crema di asparagi, mousse di caprino e camomilla tostata al sale affumicato.
Prima della lista degli ingredienti, un po’ di ragionamenti. Perché la camomilla nella pasta? Ovviamente non l’infuso ma il contenuto delle bustine. Tostata, la camomilla sprigiona odori superbi e al palato ha un gusto amaro che, in questo piatto, mi è necessario per bilanciare gli altri ingredienti. Infatti l’asparago, nonostante abbia il suo tocco minerale, è dolciastro e si associa alla panna fresca della mousse di caprino, che comunque mantiene la punta acidula. Insomma, ho cercato di creare un ventaglio di sapori e, posso dirvi, che m’è riuscito.
Quindi, cosa ci vuole per 4 porzioni? Qualcuno chiami gli Ingredienti! Li chiamo io.
– 400 g di paccheri di Gragnano (uso i Garofalo)
– 700 g di asparagi freschi
– 2 litri di brodo vegetale (che si fa con 4 carote, 3 cipolle, 4 gambi di sedano)
– 100 g di formaggio caprino fresco
– 5 cl di panna fresca
– olio extravergine d’oliva
– un filtro di camomilla
– sale fino
– sale grosso
– sale affumicato
Da cosa inizio? Dalla crema di asparagi. Elimino la parte inferiore del gambo, quella legnosa, taglio a cubetti e cuocio nel brodo vegetale per 8 minuti. Scolo e verso gli asparagi in una ciotola in cui, con il mio fido frullatore a immersione, mi metto a frullare come se non ci fosse un domani, tanto meno un dopodomani: frlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrl.
Verso gli asparagi frullati in un pentolino e, a fiamma alta, faccio evaporare la parte liquida rimasta, ottenendo così una crema densa. Aggiusto di sale e metto da parte.
Cuocio i paccheri in acqua bollente agghindata con sale grosso. Tempo di cottura 14 minuti, quindi cosa faccio nel frattempo? In primis, tosto la camomilla.
Spacco un filtro in un padellino freddo, accendo il fornello e faccio tostare finché la polverina non è leggermente abbrustolita. Tolgo dal fuoco e macino qualche fiocco di sale affumicato.
Acchiappo il caprino, lo verso in una ciotola e lo lavoro con una forchetta e un filo d’olio extravergine. In un bicchiere con dosatore verso 5 cl di panna fresca e la monto a neve con le fruste elettriche. Raggiunta una consistenza piuttosto stabile, incorporo la panna al caprino lavorato e do un altro colpicino di fruste elettriche ottenendo una mousse cremosa e vagamente spumosa. Poco poco.
I paccheri sono pronti, li scolo e li verso nella crema di asparagi e poi li dispongo su un piatto. Metto anche una quenelle di mousse di caprino e spolverizzo con la camomilla tostata. Mi manca solo la forchetta in mano e l’opera è terminata.
– Il Disconsiglio: amaro e agro si rincorrono in questo piatto, tenuto tutto insieme dall’asparago. Calzano a pennello i suoni vibranti e traslucidi di un Tim Hecker, An Imaginary Country, annata 2009