Ho appena finito di leggere uno dei libri più struggenti capitatimi a portata di retina da quando sono uscito dall’analfabetismo senza più tornarci. Via da Las Vegas di John O’Brien è un piccolo capolavoro. Vuoi per la fragilità dei due personaggi principali, vuoi per come lo scrittore americano, morto suicida due settimane dopo aver firmato il contratto per la trasposizione del romanzo in film, amministra il flusso narrativo, per come trovi sempre le parole perfette in ogni frase. Non c’è una pagina fuori posto, la storia non è mai annacquata e mette in evidenza l’infinita tristezza che ammorba le vite di Sera e Ben. Sono due personaggi bellissimi, vivi e contraddittori, così umani che ti viene voglia di entrare tra le pagine e abbracciarli e dar loro un po’ di umanità in un mondo così cannibale che conduce quasi inevitabilmente all’autodistruzione. É una storia di solitudine e disperazione che azionano la ricerca di conforto, una prostituta e un ubriacone visti da dentro. O’Brien ci mostra come due persone che noi normo-sociali guardiamo spesso con disprezzo possano avere una vita interiore, possano essere mossi dai nostri stessi istinti e dalle stesse nostre paure, ci aiuta ad abbandonare gli stereotipi mentali che rendono i nostri sguardi severi e giudicanti quando ciò che è davvero utile è una buona dose di empatia. Leggilo, perché è un gran libro.
Ora che mi sono depresso un po’, avrei bisogno di andare a piangere rannicchiato accanto al cesso, ma il dovere mi chiama e mi obbliga a star qui a raccontarti la mia nuova peripezia ai fornelli.
Quest’oggi ho in serbo per te una polpetta. Con un cefalopode. E un latticino. E un ortaggetto. Insomma, una bella combo che fa stramazzare i puristi. A me i puristi stanno sul cazzo e ci farei il puré.
Ho seguito la scia della moda dell’hamburger gourmet, lo ammetto. A Milano le boutique della polpetta all’ammeregana sorgono come funghi e sono ottimi luoghi dover farti spogliare (monetariamente parlando). Ho pensato a come tradurre questa mia esigenza di trend in un piatto degno dell’Uomo Senza Tonno. Semplice. Polpetta di lenticchie e qualcosa di croccante: tentacoli di polpo. Troppo secco però, quindi ci vuole un formaggetto che dia umidità. Niente salse che mi stanno sul cazzo. Non voglio il cheddar tipico degli hamburger, una roba italiana, va. Crescenza, meglio se aromatizzata. Poi ci vuole qualcosa di verde, ma non lattuga. Primavera = asparagi. Combo pronta.
Per la seguente epopea culinaria sono richiesti i seguenti attrezzi agli altrettanto seguenti costi (dosi per una persona):
– 100 g di lenticchie secche (o anche in scatola precotte vanno bene, chissenefotte)
– 2 tentacoli di polpo, che sono circa 80 g
– 20 g di crescenza
– 2 asparagi, circa 10 grammi
– maggiorana fresca
– una noce di burro chiarificato
– un quarto di cipolla bianca
– rosmarino, salvia
– sale
– pepe nero
Prontipartenzaevvia. Afferro il polpo già pulito. Stacco due tentacoli e li metto a bollire in una pentola piena d’acqua calda, che è il requisito fondamentale affinché il polpo possa cuocere. Ci vogliono 18 minuti affinché sia cotto a puntino. Lo tiro fuori dalla pentola e lo passo sotto un getto d’acqua fredda per, indovina un po? Bravo: raffreddarlo! Metto da parte.
Lenticchie secche. Le schiaffo in acqua bollente per 40 minuti. Per ridurre i tempi puoi utilizzare anche quelle in scatola precotte, non si offende nessuno. Usando quelle semipronte, passa direttamente alla fase successiva che faccio adesso, ovvero scaravento le lenticchie in padella con una noce di burro chiarificato, rosmarino, salvia e un trito di cipolla. Bastano circa 3 minuti e sono belle insaporite. Le verso in una ciotola e le frullo col mio fottuto ma formidabile minipimer: Frlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrlfrl.
Aggiusto di sale, macinata di pepe nero. Questo è l’impasto della polpetta: no uova, no formaggio, no pangrattato, no umbeatocazzo.
Asparagetti? Venite dalla zio Senza Tonno che vi racconto una storia, quella delle punte d’asparagi che stanno per 10 minuti a cuocere al vapore per diventare velli morbidi ma sodi. Sapete come finisce? Che vanno poi a farsi una doccetta sotto una cascatina d’acqua fredda per arrestare la cottura e mantenere il verde vivido. Un po’ di sale grosso e basta.
La maggiorana, che ha quel sapore e quell’odore che mi fanno sbarellare. Faccio un trito finissimo e lo aggiungo alla crescenza che lavoro col cucchiaio per renderla più morbida e spalmabile.
Faccio la polpetta di lenticchie, la appiattisco a forma di hamburger e zaaaac, in padella incandescente a secco, cotta ambo i lati.
Prendo i tentacolini di polpo, non li taglio a metà in verticale come si suole fare perché voglio l’esterno croccante e l’interno morbido, ma se vuoi solo l’effettocroccantetipobacon, tagliali. Massaggio la parte esterna con un po’ d’olio extravergine d’oliva e sfrutto il principio dello shock termico: li lancio in un’altra padella iperincandescente a secco in modo tale che il polpo freddo e la superficie calda creino la crosticina croccante che mi serve.
Devo solo assemblare adesso. Polpetta di lenticchie sotto, un cucchiaino di crescenza, le punte degli asparagi ai lati a mo’ di braccioli e i tentacoli di polpo a centro come se stessero seduti su una comodissima poltrona. Ecco l’hamburger gurmé.
– Il Disconsiglio: qualcosa di frizzantino, qualcosa che abbia un’anima dinamica come le consistenze di questo piatto. Appena stappato, un Hiatus Kaiyote, Choose Your Weapon, annata 2015.